Rizzo: "Siamo assolutamente lieti della notizia di questo pomeriggio che riporta serenità nella famiglia Cristello, dà speranza ai tanti lavoratori ingiustamente licenziati e, per la nostra organizzazione sindacale, rappresenta una conferma del buon lavoro fatto e in corso, sempre al fianco dei lavoratori”
La Corte d'Appello di Lecce, Sezione distaccata di Taranto, Sezione Lavoro, ha rigettato il reclamo proposto da Acciaierie d'Italia Spa, confermando la sentenza del Tribunale di Taranto con cui il Giudice del Lavoro aveva accolto il ricorso di Riccardo Cristello contro il licenziamento per giusta causa dell'aprile del 2021.
La vicenda giudiziaria ha preso le mosse nel maggio 2021 quando Riccardo Cristello impugnava dinanzi al Tribunale di Taranto il licenziamento intimatogli dal suo datore di lavoro che allora era ancora Arcelormittal Italia Spa. Il ricorso
Il processo di primo grado si è concluso nel luglio successivo con la declaratoria di illegittimità del licenziamento e l'ordine di reintegrazione del dipendente nel suo posto di lavoro, sin da subito.
Arcelor Mittal, nel frattempo divenuta Acciaierie d'Italia Spa, decideva però di opporsi all'esito di quell'ordinanza e, con il proprio ricorso apriva la fase a cognizione piena del processo. Anche questa fase si concludeva favorevolmente per Riccardo Cristello giacché la sentenza del dott. Giovanni De Palma confermava la assoluta insussistenza del licenziamento disciplinare intimato al lavoratore.
Acciaierie d'Italia Spa ha proposto reclamo avverso la sentenza di primo grado; ed oggi l'epilogo con la definizione anche di questa fase e la decisione del collegio della Corte d'Appello che rigetta il reclamo della società. La vertenza aveva sollevato non poco clamore mediatico, dal momento che, a motivare il provvedimento disciplinare dell'azienda era stata la condivisione da parte del malcapitato lavoratore sul social facebook di un post, che sottolineava le analogie tra la fiction "Svegliati Amore Mio" interpretata da Sabrina Ferilli e la recente storia di Taranto .
L'azienda aveva ritenuto offensivo tale richiamo asserendo una diretta accusa dello scritto all'attuale gestione dello stabilimento siderurgico di Taranto.
Ma come più volte confermato dai Giudice ai quali è stato sottoposto il vaglio della questione è stato assolutamente escluso ogni riferimento della drammatica storia raccontata nella fiction all'impresa che oggi gestisce lo stabilimento.
Piena la soddisfazione del coordinatore provinciale Usb Taranto Franco Rizzo, che ha tempestivamente dato supporto al lavoratore licenziato, e dell'avvocato Mario Soggia, che ha curato la tutela legale di Riccardo Cristello.
"Siamo assolutamente lieti della notizia di questo pomeriggio che riporta serenità nella famiglia Cristello, dà speranza ai tanti lavoratori ingiustamente licenziati e, per la nostra organizzazione sindacale, rappresenta una conferma del buon lavoro fatto e in corso, sempre al fianco dei lavoratori”. - Dichiara Rizzo - “Non si verifichi più che un dipendente debba temere anche solo di esprimere un pensiero. Stop a questi squallidi tentativi di controllare anche le opinioni di chi lavora in quella fabbrica".
Per l’avvocato Soggia la sentenza chiude una vicenda giudiziaria che aveva minato anche la minima libertà di espressione, seminando preoccupazione e timore tra i lavoratori. “Già in primo grado, il giudice aveva chiarito che il post condiviso con grande evidenza non faceva alcun riferimento ad Arcelor Mittal . Tiriamo un sospiro di sollievo perché oggi arriva per noi la ulteriore conferma".