Ex Ilva, Comune di Taranto chiede risarcimento di 10 miliardi di euro

Ex Ilva, Comune di Taranto chiede risarcimento di 10 miliardi di euro

La richiesta è stata avanzata da Rosario Orlando, legale di Palazzo di Città, nell'ambito del processo "Ambiente Svenduto"

 

Nell’ambito del processo “Ambiente Svenduto”, in corso in Corte d’Assise a Taranto, relativo al disastro ambientale imputato all’ex Ilva del gruppo Riva, il Comune di Taranto, costituitosi parte civile, ha chiesto oggi al collegio giudicante di dichiarare la responsabilità penale di una serie di imputati ribadendo la richiesta risarcitoria di 10 miliardi di euro, già avanzata nel 2014.  

Per l’avvocato Rosario Orlando, legale di Palazzo di Città, lo stabilimento siderurgico ha perpetrato “una prolungata attività inquinante derivante dalle immissioni di polveri di minerali, utilizzati nell’ambito dell’intero ciclo produttivo dell’acciaio. Questo è in concreto potuto avvenire nel corso degli anni, anche e soprattutto in ragione delle soluzioni concordate con soggetti ai vertici dei vari livelli politico-istituzionali ed informativi”.

Orlando ha rincarato la dose, parlando “di un programma criminoso funzionale alla gestione dello stabilimento Ilva di Taranto, ed in particolare, dell’area a caldo e manutentiva, con la finalità di pervenire al conseguimento di massimi profitti a scapito delle oggettive criticità ambientali e di sicurezza dello stabilimento”.

L’avvocato ha parlato inoltre di “risvolti drammatici per la popolazione ed i lavoratori”, “danno di immagine per la città di Taranto” e “contaminazione dello specchio acqueo del primo seno del Mar Piccolo di Taranto, che ha cagionato l’avvelenamento da diossina, pcb e metalli pesanti di numerose tonnellate di mitili, distrutti per ragioni sanitarie”.