Ex Ilva, ''Taranto libera'': ''Dopo 10 anni ancora diossina e pcb in uova e cozze''

Ex Ilva, ''Taranto libera'': ''Dopo 10 anni ancora diossina e pcb in uova e cozze''

Per gli attivisti e i cittadini che oggi hanno marciato per consegnare un nuovo esposto contro Acciaierie d'Italia alla Procura di Taranto ''l'ex Ilva non ha mai smesso di inquinare''

 

"Nonostante siano passati dieci anni dal sequestro degli impianti dell'area a caldo, l'ex Ilva continua a inquinare: nelle uova e nelle cozze sono stati trovati diossina e pcb": con queste motivazioni gli esponenti di "Taranto libera", dopo aver marciato dal Tribunale di Taranto, hanno consegnato in Procura un nuovo esposto contro Acciaierie d'Italia, attuale gestore dell'ex Ilva. 

"Oggi - sottolinea Luciano Manna di Veraleaks, uno dei promotori dell'iniziativa - le emissioni dagli impianti sono le stesse di ieri. Continuano gli slopping, le emissioni dagli altoforni, dalle cokerie, dall'agglomerato. Dopo dieci anni ci chiediamo: di chi è la diossina e il pcb che ancora oggi continua ad essere rilevata negli alimenti della nostra catena alimentare locale? L'avvelenamento delle sostanze alimentari è un reato che è stato già condannato nel processo Ambiente svenduto, quindi vogliamo sapere di chi sono le sostanze inquinanti e cancerogene che arrivano sulle nostre tavole tramite gli alimenti della filiera locale".

Nella denuncia presentata da "Taranto libera" si legge che "in un campione di uova di gallina prelevato il 10 giugno 2021 da una azienda avicola di Taranto che dista poco più di 10 km dall'area industriale sono stati oltrepassati i limiti di azione per il pcb diossina simile e il limite di legge per la sommatoria pcb dl+diossina. Rispettivamente 5,12 ± 0,82 a fronte di un limite di azione di 1,75 pg/g di grasso, e 6,84 ± 1,11 per la sommatoria diossine+pcb dl a fronte di un limite di 5,0 pg/g di grasso. Stessa sorte per un'altra azienda avicola, sempre del comune di Taranto, distante circa 11 km dall'area industriale. I campioni di uova di gallina prelevati il 9 settembre 2021 hanno dato i seguenti valori: 5,29 ± 0,85 per il parametro pcb dl e 6,75 ± 1,09 per il parametro sommatoria diossine+pcb. Anche qui superati rispettivamente i limiti di azione e i limiti di legge. Passando ai mitili si riconferma come ogni anno la critica persistenza degli stessi inquinanti. I seguenti dati sono tutti dell'anno 2022. Limiti d'azione: Diossine + furani 1,5 pg/gr.; Pcb dl 2,5 pg/gr - Limiti Regolamento 1259/11 Diossine 3,5 pg/gr; Diossine +Pcb dl 6,5 pg/gr.; Pcb non dl 75 ng/gr" .

Gli esponenti di "Taranto libera" si chiedono perchè le Istituzioni non intervengano, alla luce di questi dati pubblici e presenti sul sito dell'Asl di Taranto: "I lavoratori agricoli della terra e del mare sono stati già abbondantemente colpiti a causa delle emissioni inquinanti che hanno azzerato la mitilicoltura e compromesso altre attività che si sostentano con i pascoli e gli allevamenti bovini, caprini, avicoli. Sono stati persi migliaia di posti di lavoro ed è stata, ed è ancora oggi, avvelenata la catena alimentare. Per quale motivo? Per il profitto di chi e di quale logica? Dopo 10 anni di impianti sequestrati la politica e l'istituzione non hanno più credibilità ed ancora oggi come ieri tocca al cittadino rilevare i reati penali che nella gestione ArcelorMittal prima e Acciaierie d'Italia dopo compiono gli stessi reati che hanno portato la famiglia Riva ad essere stata condannata nel processo penale Ambiente svenduto. In tutto questo è a dir poco vergognosa la gestione che si è succeduta sugli scranni dei commissari di Governo, coloro che difendono impianti che vanno chiusi ed hanno anche il coraggio di chiedere il dissequestro degli stessi. Riponiamo le speranze nell'unico pezzo di istituzione che nel corso di questi calvario che dura anni si è opposta alla cieca gestione politica romana, riponiamo le speranze nella Procura di Taranto, l'ultimo feudo di giustizia che non sarebbe intervenuta se il Ministero dell'Ambiente avesse fatto il suo lavoro insieme alla sua controllata Ispra".

"Viviamo in uno Stato condannato per violazione dei diritti  - concludono gli attivisti - e che ha condannato i tarantini a vivere senza il diritto alla Vita, alla Salute. Il prossimo Governo dovrà cambiare rotta o quella rotta, a qualsiasi costo, la cambieremo noi".