Laboratori di analisi, Costantini (Snabilp-Federbiologi): ''Giù le mani dalla Puglia!''

Laboratori di analisi, Costantini (Snabilp-Federbiologi): ''Giù le mani dalla Puglia!''

Il comunicato di Antonio Costantini, segretario regionale di Snabilp Federbiologi, a proposito di alcune dichiarazioni rilasciate a emittenti televisive e giornali sui laboratori di analisi accreditati della Regione Puglia

 

"Si rimane sorpresi per le affermazioni fuorvianti sui laboratori di analisi accreditati della Regione Puglia divulgate sui media, dall’ex Senatore nonché uscente Presidente
dell’Ordine Nazionale dei Biologi, attraverso le emittenti televisive e i giornali, nonostante egli sia, nel ruolo e nelle funzioni che ricopre, a perfetta conoscenza della “non equivoca” regolamentazione dettata dalla normativa nazionale e regionale di riferimento su tale argomento". Con queste parole Antonio Costantini, segretario regionale Snabilp Federbiologi, inizia un lungo comunicato in cui ribatte alle affermazioni di Vincenzo D'Anna.

"La regolamentazione sanitaria in Puglia è stata già attuata sin dal 2017, con una valida e vigente legislazione che ha osservato le indicazioni nazionali e tenuto conto delle esigenze territoriali, e non c’è alcun pericolo di perdere i finanziamenti nazionali poiché così hanno già fatto altre regioni italiane, avendo una normativa simile a quella pugliese - continua Costantini  - Sul nostro territorio, a sostegno del servizio sanitario pubblico, è presente un’eccellente e capillare rete di laboratori di analisi accreditati al Sistema Sanitario Nazionale - afferma Costantini -  Accreditamento, che viene conseguito e mantenuto unicamente se le strutture sono in possesso di specifici e rigidi requisiti qualitativi (tecnologici, strutturali, di personale), le quali sono sottoposte a controllo periodico, come stabilito dalla legge".

Il segretario regionale di Snabilp Fedebiologi sottolinea che "Edicola del Sud scrive di “Operatori fuorilegge”, parole che, oltre a non rappresentare la realtà, inducono a considerazioni distorte e diffamanti, senza nemmeno aver eseguito la verifica in merito alla veridicità di ciò che viene pubblicato.
L’ex Senatore nonché uscente Presidente dell’Ordine Nazionale dei Biologi afferma, attraverso l’emittente televisiva Telenorba, che la quasi totalità delle strutture non sarebbe in regola e che le prestazioni sarebbero insicure ed effettuate da strutture non certificate, screditandone l’immagine professionale nei confronti dei Pazienti.
Tale affermazione si dimostra non veritiera e fuorviante, soprattutto se divulgata ai media da un rappresentante nazionale e se riferita alla categoria professionale che dovrebbe nel
suo ruolo e nella sua funzione rappresentare e tutelare.
La Regione Puglia, nel rispetto di quanto previsto dalla normativa vigente, con il DGR. del 16 maggio 2017, n. 736, ha già accolto le disposizioni di cui alle Leggi n.296/2006 e n.
133/2008, attuando le indicazioni nazionali secondo le esigenze e le specifiche realtà territoriali regionali e prevedendo, tra l’altro, una regolamentazione con la quale, in adesione all’invito risultante dall’Accordo Stato-regioni del 23 marzo 2011, limita e previene concentrazioni, posizioni dominanti e formazione di trust all’interno dell’ambito regionale.
Concentrazioni e posizioni dominanti che, purtroppo, si stanno concretizzando con l’ingresso di grandi società di investimento e multinazionali sul nostro territorio, pronte ad acquisire la quasi totalità dell’attuale rete di laboratori presenti in Puglia, attraverso il meccanismo dell’Hub e dello Spoke, finalizzato ad accentrare le prestazioni in una sola grande struttura, depauperando e impoverendo tutte le altre, che verrebbero trasformate in meri centri prelievo “a mò di infermiere”!!! Alla domanda “cui prodest”, ovvero chi “trae vantaggio da tutto questo”? Non certamente il “Paziente”, né le strutture sanitarie esistenti, né i dipendenti in esubero e da ricollocare (stimati pari a circa 2.000 unità) e neppure il presidio sanitario sul territorio, che verrebbe a mancare.
Il benessere della collettività, è oggi il frutto di una sinergia quotidiana e capillare tra le strutture private accreditate, presenti sul territorio, e quelle pubbliche?
Ben il 90% delle strutture sanitarie in essere sul nostro territorio, sono dotate di strumentazione ad elevata tecnologia 4.0 (tecnologia incentivata proprio dalla normativa europea) e perfettamente aderenti a specifici programmi di controllo interni ed esterni nel rispetto dei requisiti di qualità richiesti, dotate di specifico personale formato, assunto e specializzato, degli ampi spazi necessari ad accogliere la strumentazione e il personale in essere.
D’un colpo, invece, i laboratori dovrebbero trasformarsi obbligatoriamente - ope legis - in un mero punto prelievo per asservire una logica distorta che viene innanzitutto sostenuta
da realtà economiche rappresentative di multinazionali. Tutto questo si vorrebbe, senza alcuna salvaguardia delle risorse preventivamente acquisite e messe al servizio della collettività nel rispetto dell’interesse generale e delle normative vigenti, con i laboratori che dovrebbero dismettere la strumentazione ad elevata tecnologia sulla quale hanno investito, che dovrebbero licenziare il proprio personale e, quindi, rinunciare a tutte quelle competenze professionali che diventerebbero, secondo tale logica, non più necessarie per l’effettuazione di un semplice prelievo e per la sola consegna di un referto; senza più garantire quell’assistenza a 360 gradi che oggi viene quotidianamente richiesta dal Paziente.
Il risultato del contesto appena prospettato quale sarebbe? Una corsa alla vendita delle proprie strutture sanitarie prima che queste ultime vengano declassate “per legge” a punti prelievo, da un lato. E le società di investimento acquirenti delle suddette strutture, dall’altro lato. Con un conseguente accentramento delle attività ed una riduzione degli attori sul nostro territorio, in deciso contrasto con il principio cardine del diritto all’impresa finalizzato ad evitare concentrazioni e posizioni dominanti proprio allo scopo di garantire la tanto auspicata qualità del servizio".

Conclude Costantini: "La regolamentazione in Puglia è stata già attuata sin dal 2017 ed il nostro impegno, insieme a quello della Regione Puglia, è da sempre finalizzato a garantire il diritto alla salute, il diritto d’impresa e la tutela dei livelli occupazionali nel rispetto della normativa vigente,ma soprattutto a garantire la corretta rappresentazione dello stato delle cose".