"L’Indotto tarantino - si legge nel comunicato del comitato di Rappresentanza dell'Indotto di AdI -vuole ritornare immediatamente a lavorare, per allentare la morsa di crisi che da tempo soffoca le proprie aziende. Per questo chiede con forza allo stabilimento di riaprire e tornare ad emettere subito gli ordini di merci e servizi sospesi a metà novembre, senza aspettare la scadenza del 16 gennaio''
"Non condividiamo le tempistiche e l’opportunità dello sciopero indetto a Taranto l’11 gennaio da alcune sigle sindacali, che viene organizzato cercando di coinvolgere anche i lavoratori delle nostre imprese, già stremate dall’andamento del 2022"; con queste parole il comitato di Rappresentanza dell'Indotto di Acciaierie d'Italia prende le distanze, attraverso un comunicato ufficiale, da "coloro che parlano di de-industrializzazione, che respingono qualsiasi innovazione infrastrutturale e tecnologica e che strumentalizzano la pazienza e la sofferenza dei nostri lavoratori. Quando costoro dicono di rappresentarci e di curare i nostri interessi, noi ci dissociamo: sono altro rispetto a noi, casomai sono un nostro interlocutore, ma non coincidono in alcun modo con noi".
Le aziende dell'indotto tarantino salutano positivamente "il decreto che assegna finalmente ad Acciaierie d’Italia la liquidità necessaria a ripartire con fondi e risorse vere, quelli promessi e sottoscritti e che Invitalia avrebbe dovuto erogare da tempo. Questo decreto ha tutti i presupposti per rappresentare un vero e proprio punto di svolta ed essere la migliore opportunità mai data a Taranto fino ad ora. Serve però non sprecare altro tempo e dare concretezza ed immediata attuazione ai suoi contenuti".
"L’Indotto tarantino - si legge ancora nel comunicato - ne è consapevole e vuole ritornare immediatamente a lavorare, per allentare la morsa di crisi che da tempo soffoca le proprie aziende. Per questo chiede con forza allo stabilimento di riaprire e tornare ad emettere subito gli ordini di merci e servizi sospesi a metà novembre, senza aspettare la scadenza del 16 gennaio. Solo così potremo cogliere quegli obiettivi, funzionali anche all’occupazione, che il Governo stesso ha stabilito per la nostra fabbrica. Acciaierie d’Italia e il suo Indotto sono realtà complementari, complesse e fortemente interconnesse tra loro. Quando le cose funzionano, gli interessi dell’Indotto sono gli stessi di Acciaierie d’Italia: produrre e trasformare il siderurgico di Taranto nella più grande acciaieria green d’Europa".
Per le aziende dell'indotto di AdI il diritto allo sciopero "è sacrosanto ma questo strumento deve essere, per sua natura, rivolto alla salvaguardia dell’occupazione".
Coerentemente con questa posizione, le aziende dell’Indotto ADI di Taranto hanno chiesto al Ministro Urso di essere convocate alla riunione del 19 gennaio al Mimit, oltre che in audizione presso le Commissioni Parlamentari competenti.