L'appello della CGIL e della FLAI di Taranto
“Siamo pronti alla transizione e nel settore agricolo, agroalimentare, agroindustriale, forestale e della pesca l'impegno dovrà riguardare tutti, non solo per ragioni ambientali, ma anche per garantire sopravvivenza e sviluppo alla filiera primaria e ad altre filiere, come il turismo, strategiche per lo sviluppo del nostro paese”.
La CGIL di Taranto e la FLAI CGIL territoriale aprono un fronte di discussione e lanciano il loro appello a tutti coloro che dovranno costruire la piattaforma di progetti attuativi in vista dei finanziamenti previsti dal PNRR.
“I 5,27 miliardi di euro previsti dal Governo in questo settore vanno investiti territorialmente avendo chiaro l'obiettivo da raggiungere – spiegano Paolo Peluso, segretario generale della CGIL e Lucia La Penna, segretaria generale della FLAI CGIL di Taranto – e per questo serve una comunione d'intenti per affrontare le note sfide del settore: frammentazione del tessuto produttivo, cambiamento climatico, scarso ricorso all'innovazione tecnologica e alla formazione continua, forte percentuale di lavoro irregolare”.
Se questo vale per tutto il sistema agroalimentare e forestale italiano, vale ancora di più per territori e province, come Taranto, in cui i tassi di disoccupazione premono sull'urgenza di una strategia vincente.
“La filiera, nonostante i suoi 27mila addetti tra Taranto e provincia, continua infatti ad essere Cenerentola nei programmi di investimenti territoriali, - dicono Peluso e La Penna - considerato che dalle mani dei braccianti, dei pescatori e dei forestali della nostra provincia non passa solo l'importante risultato del PIL regionale, ma anche un patrimonio di saperi e professionalità a cui affidiamo la tutela del nostro paesaggio agricolo e naturale, la conservazione delle antiche manifatture (cantine e masserie), la cultura immateriale di una esperienza secolare che oggi è il fattore di attrattività più importante di eventi come il Duco Italy, in corso di svolgimento a Firenze, e in cui "Casa Puglia" è offerta al settore luxury dell'offerta turistica internazionale.”
“La filiera ha diritto ad un confronto più autorevole che tenga conto anche del lavoro di custodia e tutela che svolgono i pescatori in mare e i braccianti in campagna – commenta Lucia La Penna – e per tale ragione da considerare non solo come operai del settore primario ma veri e propri elementi strategici per la promozione turistica e culturale del territorio”.
“La filiera – termina Peluso – merita tutto il nostro impegno, anche in sede nazionale, affinché possa essere finalmente essere presa in debita considerazione sul piano di investimenti previsti nel prossimo PNRR”.