Carneval-Meccanica

Carneval-Meccanica

Ospiti in casa propria. La stragrande maggioranza di aziende che eseguono lavori nell'Arsenale della Marina Militare non sono di Taranto. Fincantieri, cioè lo Stato, assegna fuori commesse che dovrebbero rimanere in loco. E riguardare il tessuto produttivo locale. Il silenzio assordante di Confindustria. Quello incomprensibile dei sindacati. Aveva ragione il grande poeta Orazio

 

Taranto città aperta. Non nel senso di Roma. E di quel capolavoro del neorealimo italiano, uscito nel 1945, con la regia di Roberto Rossellini. Aperta per altri versi. Per altre ragioni. Non ci sono alleati che arriveranno per liberarci dal nemico/invasore. Angloamericani contrapposti a nazifascisti. C'è, di converso, una mentalità dura a morire. Un approccio comportamentale e cognitivo a dir poco squalificante. Una dimensione deleteria dell'animo umano che Quinto Orazio Flacco - il poeta latino amato dall'imperatore Augusto - immortalò con l'espressione "la molle tarentum". Una certa tarantinità molle. Insulsa. Flaccida. Dai connotati insignificanti. Altro che spartani. Altro che spirito guerriero. Altro che popolo senza peli sullo stomaco. Non facciamo ridere i polli, per cortesia. Dall'economia al giornalismo, dalla politica al sistema della formazione universitaria, le nostre sono desolanti lande di conquista. Canone inverso di rettilinei sviluppi della Storia. Tranne rare eccezioni, amiamo essere conquistati perché la conquista comporterebbe fatiche non contemplate. Impegni sopraggiunti. Distrazioni pensose dal consumo di birra. Di esempi che corroborino il nostro ragionamento potremmo farne a iosa. Abbiamo scritto diverse decine di articoli sull'argomento in questi anni. Quanto sta accadendo, però, nel comparto navalmeccanico locale merita che ad inchiostro già versato se ne aggiunga dell'altro. Che il ragionamento si completi andando a definizione. Le commesse di lavoro assegnate a Fincantieri (il più importante gruppo navale d'Europa, controllato per oltre il 70% da Cassa Depositi e Prestiti: cioè dallo Stato) e girate da questa - mediante la procedura del subappalto - ad altre imprese di dimensione più piccola, vede la calata degli Unni nei nostri territori. Tante imprese di Genova, Venezia e Trieste. Pochissime quelle di Taranto. Chi volesse rendersene conto scorga l'elenco dei lavori realizzati nell'Arsenale della Marina Militare. Va bene che il libero mercato, il capitalismo con le sue regole che fanno a meno di regole, abbia abbattuto le barriere geografiche. Reso il villaggio da locale a globale, con buona pace di Marshall McLuhan. Ma è mai possibile che in loco non ci siano aziende in grado di acquisire queste commesse di lavoro? Che a Taranto si sia tutti brutti, sporchi e cattivi? Che i sindacati restino stranamente in silenzio? Che il presidente Tomo Tomo di Confindustria oltre a mostrare i gemelli della sue camicie non sappia fare? "Mentre parliamo, il tempo inglorioso sarà già fuggito/. Assapora ogni istante, confidando il meno possibile nel domani". Si torna sempre ad Orazio. A Taranto più che altrove...