Il fondatore di T-Community, Gianclaudio Torlizzi: ''Un forno elettrico non fa soldi, servono sostegni immediati e concreti dal Governo o sarà in arrivo un'ondata di richieste di cassa integrazione''
Il caro energia comincia ad avere effetto sulle grandi industrie europee: sono, infatti, sempre più le aziende costrette a fermare la produzione a causa delle bollette troppo salate.
ArcelorMittal, che in Italia gestisce l'ex Ilva di Taranto, ha annunciato in questi giorni lo spegnimento degli altoforni nello stabilimento spagnolo di Gijón e in quello tedesco di Brema, in cui la produzione avveniva già a orario ridotto. L'ad tedesco del colosso franco-indiano, Reiner Blaschek, ha dichiarato che il costo elevato del gas e dell'elettricità costituiscono un fardello pesante, cui a ottobre si aggiungerà il supplemento di costo imposto dal governo federale, col risultato di inficiare la competitività sul mercato.
A Taranto, intanto, la ripartenza dell'Altoforno 2 e dell'Acciaieria 1, prevista per il 31 agosto, è slittata a data da destinarsi, mentre l'Unione sindacale di base riferisce che l'ad di Acciaierie d'Italia, Lucia Morselli, ha dato ordine di spegnere l'aria condizionata in tutte le palazzine della fabbrica, ad eccezione di quelle degli impianti di produzione, per risparmiare energia elettrica.
A proposito delle difficoltà dell'industria dell'acciaio provocate dal conflitto tra Russia e Ucraina, il fondatore di T-Commodity, Gianclaudio Torlizzi ha dichiarato all'AGI che "servono sostegni consistenti e immediati da parte del governo per evitare un vero e proprio depauperamento dell'industria del nostro Paese".
Torlizzi ha dichiarato che l'incidenza dell'energia sul forno elettrico è stimata per 450 euro a tonnellata, cui vanno sommati 400 euro a tonnellata per il rottame, ovvero la materia prima che va dentro il forno: un totale di 850 euro a tonnellata, a fronte dell'attuale prezzo dell'acciaio, che è di 900 euro a tonnellata: "Un forno elettrico non fa soldi - ha concluso Torlizzi - e questo spiega il motivo per cui ArcelorMittal e, a cascata le imprese siderurgiche taglieranno la produzione, aprendo a un'ondata di richieste di cassa integrazione".