Ex Ilva, Emiliano: “Taranto non può sottostare alla pressione di Arcelor Mittal"

Ex Ilva, Emiliano: “Taranto non può sottostare alla pressione di Arcelor Mittal"

Il governatore pugliese chiede l’intervento del Governo affinchè riprenda in mano la giuda della fabbrica per tutelare l’occupazione e per portare avanti il processo di decarbonizzazione dell'impianto

 

"Taranto non può essere sottoposta a questa pressione industriale e sociale da parte di Arcelor Mittal. Lo avevamo detto a Roma giovedì scorso al ministro Urso, lo ribadiamo oggi, come sempre, con un'unica voce che arriva dal territorio, da Regione e Comune insieme". Lo dice nel giorno dello sciopero ad Acciaierie d'Italia, ex Ilva, il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano. "ArcelorMittal fosse il peggiore degli acquirenti ci era chiaro sin dai tempi della sua aggiudicazione: era il 5 giugno del 2017 quando il Governo - afferma Emiliano - firmò il decreto di aggiudicazione del Gruppo Ilva ad ArcelorMittal, ignorando le richieste formulate dai sindacati di un ulteriore confronto e soprattutto i contenuti del rilancio operato dall'altra cordata in corsa che avrebbe di fatto migliorato, attraverso una ulteriore competizione nell'interesse di ambiente e lavoratori, le proposte in campo".
Per Emiliano, "in quel momento era già chiaro che il gruppo industriale non aveva alcun interesse a rilanciare la fabbrica in chiave di modernità e sostenibilità, ciò che contava probabilmente era acquisire la quota di mercato evitando l'ingresso di altri competitor. Nulla di quella scelta quindi risultava razionale, con quella aggiudicazione venivano mortificate le legittime aspirazioni di una città e di un asset strategico del Paese".
"Queste furono le parole che usai allora - dice Emiliano - con amarezza queste sono le parole che ripeto oggi constatando che tutti i nostri timori erano fondati". "Il Governo intervenga - chiede il governatore di Puglia -. Se ritiene la produzione di acciaio strategica, riprenda in mano la guida della fabbrica, agisca per la tutela dell'occupazione e dell'indotto e soprattutto, non faccia mezzo passo indietro rispetto al processo di decarbonizzazione e transizione senza il quale - conclude Emiliano - ogni altro ragionamento sarebbe privo di senso perchè in uno Stato di diritto non può esistere nessuna scelta tra salute e lavoro".