Ex Ilva, Iaia (FdI): ''E' il momento di essere chiari, lo Stato ha invertito la rotta''

Ex Ilva, Iaia (FdI): ''E' il momento di essere chiari, lo Stato ha invertito la rotta''

L'onorevole di Fratelli d'Italia, Dario Iaia, difende il decreto legge sull'ex Ilva: ''E' sbagliato parlare di ripristino dello “scudo penale” o, addirittura di “diritto di uccidere”, in quanto la norma non prevede alcuna protezione legale per i gestori, ma reintroduce una misura di buon senso che prevede che se gli amministratori agiscono al fine di dare esecuzione ad un provvedimento amministrativo che autorizza la prosecuzione dell’attività non è punibile per i fatti che derivano dal rispetto delle prescrizione dettate dal provvedimento stesso, se ha agito in conformità alle medesime prescrizioni''

 

"Su ex Ilva crediamo sia giunto il momento di essere chiari e dire parole di verità".

Inizia così il lungo comunicato dell'onorevole Dario Iaia, deputato di Fratelli d'Italia, componente della commissione parlamentare ambiente e lavori pubblici e coordinatore Provinciale di Fdi – Taranto

"Sappiamo tutti - scrive Iaia - che per l’Italia si tratta di un’azienda di interesse strategico nazionale, così come riconosciuto anche da una legge del 2012.
Il Governo Meloni, su questo tema come su altri, ha ereditato una situazione disastrosa dai governi dell’ultimo decennio targati PD e M5S, i quali hanno approvato decine di decreti e provvedimenti legislativi che non hanno risolto la situazione, ma l’hanno esclusivamente aggravata.
Oggi, i responsabili di questo stillicidio si ergono a maestri e pretendono di spiegarci in che maniera risolvere la questione “Ilva” dal punto di vista ambientale ed occupazionale, dopo non esserci riusciti per anni.
Intanto, occorre chiarire che il Governo non ha regalato 680 milioni a Mittal, ma ha dato seguito ad un investimento previsto da una legge varata nel 2019 dal governo Conte 2 migliorandola, nel senso che, grazie al decreto legge del Governo Meloni, questi fondi oggi considerati a titolo di finanziamento soci potranno essere imputati come aumento di capitale su richiesta di Invitalia, e consentire così allo Stato di divenire maggioranza nella misura del 60% del capitale sociale, con le conseguenze evidenti dal punto di vista della governance aziendale".

"In pratica - spiega ancora l'onorevole di Fratelli d'Italia - lo Stato potrà diventare maggioranza a semplice richiesta di Invitalia in ogni momento. In passato questo non era previsto. Inoltre, è sbagliato parlare di ripristino dello “scudo penale” o, addirittura di “diritto di uccidere”, in quanto la norma non prevede alcuna protezione legale per i gestori, ma reintroduce una misura di buon senso che prevede che se gli amministratori agiscono al fine di dare esecuzione ad un provvedimento amministrativo che autorizza la prosecuzione dell’attività non è punibile per i fatti che derivano dal rispetto delle prescrizione dettate dal provvedimento stesso, se ha agito in conformità alle medesime prescrizioni. In pratica, si tratta di una causa di giustificazione che si fonda sul rispetto delle prescrizioni dell’A.I.A. (Autorizzazione integrata ambientale). Nulla di più.
Si tratta di una norma di assoluto garantismo, peraltro introdotta dal Partito Democratico quando era al Governo e non mi pare di ricordare barricate da parte loro.
Si aggiunga che il Governo, finalmente dà una prospettiva a fronte della confusione degli ultimi anni, introducendo nei decreti aiuti bis e ter la previsione di un investimento di un miliardo di euro che potrà essere utilizzato per il rilancio produttivo ed il risanamento ambientale del siderurgico e di un ulteriore miliardo per realizzare il progetto del preridotto e, quindi, per il forno elettrico DRI per la produzione green".

"Alla luce di questo quadro - continua Iaia - colpisce la posizione di alcuni sindacati e del sindaco Melucci, oltre che del presidente Emiliano, i quali, prima ancora di leggere il decreto legge, pubblicato solo ieri, poche ore dopo il Consiglio dei Ministri, annunciano fuoco e fiamme contro il provvedimento che non avevano ancora letto ed una manifestazione davanti a Palazzo Chigi, sapendo benissimo che il Governo non ha regalato alcunché a Mittal e che non vi erano le condizioni giuridiche, a causa degli accordi stipulati dai precedenti governi retti dal Pd e dal M5S, per estromettere Mittal dalla gestione dell’azienda.
Oggi, al contrario, si deve prendere atto che si è invertita la rotta e lo Stato, grazie al decreto legge del Governo Meloni, ha riacquistato centralità e poteri ed investito risorse per la riconversione ambientale e produttiva dello stabilimento di Taranto, nel rispetto del dialogo e del confronto con il territorio, le forze produttive e sindacali, convocate dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso per il il prossimo 19 gennaio al Mise".