Iaia (FDI): ''Emiliano non poteva lasciare senza poltrona Melucci''

Iaia (FDI): ''Emiliano non poteva lasciare senza poltrona Melucci''

Il Coordinatore Provinciale di FDI stigmatizza la nomina dell'ex sindaco tarantino a consigliere del Presidente per il coordinamento dei grandi progetti connessi alla transizione economica, ecologica ed energetica di Taranto

 

La nomina di Rinaldo Melucci a consigliere del Presidente per il coordinamento dei grandi progetti connessi alla transizione economica, ecologica ed energetica di Taranto, avvenuta lo scorso 7 dicembre a firma di Michele Emiliano, non è stata esente da polemiche nell'ambito politico.

Dario Iaia, Coordinatore Provinciale di Fratelli d'Italia Taranto, ha dichiarato che "ancora una volta il centro sinistra pugliese si contraddistingue per clientela e per distribuzione di poltrone e, quando queste non esistono, il presidente Emiliano le inventa con una fantasia smisurata. Lo abbiamo visto con le "istituende" aziende ospedaliere "Vito Fazzi" di Lecce, la cosiddetta "zero" a Bari e con l'istituenda azienda ospedaliera "San Cataldo" di Taranto. Si individuano gli incaricati prima ancora che le strutture amministrative burocratiche vengano realizzate e l'esempio più lampante è la designazione di Michele Pelillo per un ruolo che ancora non esiste per un ospedale che è ancora in fase di costruzione con i ritardi che sono sotto gli occhi di tutti"".

Iaia ha definito Emiliano "campione di poltronifici" e ha stigmatizzato la nomina di Melucci, che "pur essendo rimasto senza poltrona, potrà così occuparsi di progetti importanti, inclusi quelli riferibili a Cis, Pnrr , Jtf (Just Transition Fund) e Giochi del Mediterraneo“.

Il Coordinatore Provinciale di FDI ha ribadito che il movimento "è fermamente contro questo modo di intendere e praticare la politica e lavora ogni giorno per far sì che cessi questo inquinamento della politica che, come diceva, Paolo VI dovrebbe essere essere sì la forma più alta di carità, ma non così come viene praticata in Puglia ed a Taranto, dove la carità viene intesa come opera finalizzata alla distribuzione di prebende e posti ai fedelissimi o a chi è nell'altra metà campo ed è disponibile a tradire".