Un Turco Emiliano

Un Turco Emiliano

Asse tra Giuseppe Conte e Michele Emiliano per candidare il senatore tarantino alla presidenza della Regione. In cambio Big Michele riceverebbe l'appoggio dei Cinque Stelle per la sua elezione a parlamentare europeo, nonostante la legge elettorale sia improntata ad un proporzionale puro. Decaro vede nero per la rabbia. E il Pd, come sua consuetudine, non sa che pesci prendere

 

Conte vuole il tarantino Mario Turco candidato alla presidenza della Regione. Ne ha parlato con Emiliano nelle scorse settimane. A Big Michele l’idea non dispiace affatto. E ha promesso all’avvocato del popolo che non ostacolerà il suo proposito. In cambio potrebbe ottenere l’appoggio dei Cinque Stelle per la sua elezione a parlamentare europeo. Operazione non semplice, considerato che la legge elettorale per conseguire un seggio a Strasburgo è improntata ad un proporzionale puro. Per intenderci: ogni partito sosterrà i propri candidati. Ed Emiliano resta, ad oggi, pur sempre un dirigente del Pd. Meglio Turco che Decaro, però, alla fine. Meglio tutti fuorché l’attuale sindaco di Bari. Così parlò il governatore. Emiliano odia Decaro. Decaro odia Emiliano (il furibondo litigio dell’altro giorno tra i due è scaturito proprio dalla possibile apertura alla candidatura del commercialista tarantino). E la politica si nutre, come si sa, di queste categorie dell’animo umano più di quanto possa attingere dalle dottrine e dalle sue speculazioni di pensiero. Turco candidato alla presidenza della Regione significa una sola cosa. Gli ex grillini hanno deciso di lanciare sempre più, e ad ogni passaggio elettorale degno di nota ormai, la propria opa, la propria offerta pubblica di acquisto, sull’intero campo progressista. Demolendo e destrutturando, alla fine, il Pd. Per occuparne lo spazio politico-culturale. Emiliano è molto attratto da questa prospettiva. Il suo social-populismo si troverebbe a casa con i Cinque Stelle. La sua scarsa preparazione amministrativa si salderebbe alla perfezione con la demagogia inseguita dal Conte Max. Taranto, che è pur sempre la seconda città della Regione, offrirebbe così per la prima volta un proprio nome per lo scranno più prestigioso delle istituzioni regionali. Un segno, anche questo, dei tempi che cambiano.