Intervista al neo opposto del club tarantino, reduce dall’esperienza siciliana con la maglia dell’Aci Castello
È uno dei volti nuovi della Gioiella Prisma Taranto e ricoprirà il ruolo di vice Stefani. Manuele Lucconi, opposto classe 1999 nativo di Fano, ha militato nell’ultima stagione nelle fila della Sistemia Aci Castello, sfiorando la promozione in Serie A2 tramite i playoff. Il giovane atleta è stato scelto dalla società tarantina per il prossimo campionato di Superlega. Ai microfoni di Cosmopolismedia, l’atleta 23enne, 194 cm di altezza, ha parlato della sua nuova avventura in riva allo Ionio e della prossima stagione con la maglia rossoblù.
Qual è il tuo rapporto con Cottarelli, tuo compagno di squadra nell’Aci Castello e che ritroverai nell’esperienza tarantina?
“C’è un rapporto di fratellanza. Siamo stati coinquilini quest’anno, si è creato un legame molto forte, intenso e rodato. Sono sicuro che potrà essere un vantaggio anche per la squadra, già dai primi allenamenti”.
Quando è nata la trattativa con la Prisma Taranto?
“Tutto è nato nel corso delle ultime fasi della stagione appena conclusa. Con Aci Castello stavamo disputando le semifinali playoff per la promozione in Serie A2. Ho ricevuto la chiamata di Taranto, ho valutato l’offerta e abbiamo messo nero su bianco soltanto dopo le finali”.
Cosa ti ha convinto del progetto rossoblù?
“Sicuramente mi ha spinto il poter mettere piede, per la prima volta, in Superlega. Mi ha convinto anche la presenza di coach Di Pinto: mi è stato descritto come un allenatore molto bravo e abile nel lavoro con i giovani atleti. Questi fattori mi hanno portato a firmare il contratto il prima possibile”.
Dalla Serie A3 alla Superlega: quanto hai dovuto lavorare per essere ‘promosso’ per salire sul palcoscenico del grande volley?
“Il mio lavoro non è mai stato finalizzato al salto immediato in Superlega. Il mio obiettivo è sempre stato quello di migliorare me stesso affinchè potessi dare un maggior contributo alla squadra. Essere adocchiato da un club della massima serie pallavolistica, probabilmente, è stato anche un grande colpo di fortuna. Non mi aspettavo la chiamata di Taranto, è arrivata come un fulmine a ciel sereno, nel senso buono”.
Taranto è reduce da una salvezza conquistata con un turno di anticipo nell’ultimo campionato di Superlega. Credi che si possa alzare l’asticella e puntare ad essere la mina vagante del torneo?
“Potrebbe tranquillamente verificarsi. Non conosco il livello della Superlega, non essendomi mai confrontato in questi palcoscenici, ma non sono abituato a fare calcoli. Dobbiamo sempre ragionare partita dopo partita. Come nelle ultime stagioni c’è stato il fattore Covid, che ha in qualche maniera condizionato probabilmente dei risultati, bisogna considerare anche gli infortuni e degli scenari che potrebbero configurarsi nel corso della stagione”.
Che tipo di giocatore è Manuele Lucconi?
“Come tenacia e grinta, posso sicuramente arrivare al livello dei miei compagni di squadra. Non avendo disputato mai un campionato di Superlega, non so dal punto di vista tecnico come possa classificarmi. Lavorerò sodo in ogni allenamento per crescere sempre più al fianco dei miei nuovi compagni di squadra”.
Ritroverai anche Falaschi, dopo averlo avuto a Siena: quanto è importante, per un opposto, avere già un ottimo affiatamento con i due palleggiatori?
“Per me è molto significativo. Il gioco dell’opposto è determinato, principalmente, dall’alzatore. Conoscendo Falaschi e Cottarelli, si può accelerare un processo di alchimia tra i vari ruoli. Entrambi sanno come mi piace attaccare la palla: non è facile adattarsi, ogni anno, a un palleggiatore diverso. Spero di poter migliorare anche in questo fattore, magari facendo un ulteriore salto di qualità”.
Come pensi possa svilupparsi il dualismo con Tommaso Stefani, tuo compagno di reparto?
“Non ho ancora avuto modo di conoscere personalmente Stefani anche se, in più occasioni, ci siamo affrontati da avversari. Non sono un atleta che bada all’importanza del ruolo da titolare o meno: per me conta sempre dare un contributo alla squadra. I risultati si raggiungono sempre con il lavoro di gruppo e sono certo che, alla lunga, paga sempre. Spero di poter apprendere qualcosa anche da lui durante gli allenamenti e, con gli insegnamenti di coach Di Pinto, ce la metterò tutta per arrivare al suo livello”.