La squadra allenata da Flick cade contro il Giappone tuttavia regala un gesto di coraggio al mondo intero
La debacle della Germania maturata contro il più umile Giappone, in una gara per certi versi simile a quella con cui l’Arabia Saudita ha sconfitto Messi e co., ci ricorda ancora una volta che il Mondiale, e in particolare la rassegna di Qatar 2022, è sempre una competizione a sé.
L’armata teutonica era andata in vantaggio con il rigore di Ilkay Nicola Savino Gundogan, per poi assediare la porta difesa da Gonda sfiorando a più riprese il raddoppio con i vari Gnabry, Havertz e il gioiellino Musiala. Fatto sta che a cambiare, stravolgere il match, ci pensano due ragazzi nipponici subentrati dalla panchina, tali Doan e Asano: due reti micidiali che non danno scampo al portierone Neuer e che fanno impazzire di gioia la squadra asiatica e gli aficionados di Holly e Benji. Per un beffardo scherzo del destino Doan e Asano giocano poi in Bundesliga, uno nel Friburgo e l’altro nel Bochum: quasi come consegnare una pistola carica nelle mani del sicario venuto per accopparti.
Una lezione, quella impartita dal ct del Sol Levante, Hajime Moriyasu, ad Hans Dieter-Flick, uno degli artefici del sextuple del Bayern nel 2020; ora la Germania dovrà rimettersi in carreggiata nelle prossime gare, dove affronterà Spagna e Costa Rica.
Ma se l’esordio della spedizione qatariota di Muller e compagni ha avuto lo stesso esito dell’Operazione Barbarossa nella Seconda Guerra Mondiale, dai tedeschi è comunque arrivato un messaggio molto forte al mondo intero. Nei giorni scorsi, ricorderete, Neuer insieme ai capitani di altre nazionali, aveva manifestato l’intenzione di voler scendere in campo con al braccio la fascia arcobaleno come simbolo di supporto al movimento LGBTQI+ in un territorio dove dire che non sei eterosessuale non ti fa passare proprio dei bei quarti d’ora; la Fifa però, il massimo organo calcistico, aveva proibito la fascia, minacciando sanzioni a qualunque capitano l’avesse indossata. Un deterrente che ha funzionato con diverse federazioni, e anche la Germania sembrava essersi messa l’anima in pace. Poco prima del match odierno però, già qualche voce di corridoio serpeggiava, già si parlava di una Mannschaft che avrebbe fatto sul campo un gesto eclatante. E i tedeschi non hanno deluso le aspettative. Durante la foto di rito prima del calcio d’inizio, un momento appositamente non inquadrato dalla regia, l’undici quattro volte campione del Mondo ha reagito in maniera compatta a una decisione gradita davvero poco: tutti i giocatori hanno portato la mano alla bocca, comunicando di essere stati imbavagliati e zittiti.
“Volevamo usare la nostra fascia da capitano – ha scritto sui propri social la Nazionale della Germania – per difendere i valori della nazionale tedesca: diversità e rispetto reciproco. Insieme ad altre nazioni, volevamo che la nostra voce fosse ascoltata. Non si trattava di fare una dichiarazione politica: i diritti umani non sono negoziabili. Questo dovrebbe essere dato per scontato, ma non è ancora così. Ecco perché questo messaggio è così importante per noi. Negarci la fascia equivale a negarci una voce. Manteniamo la nostra posizione”.
Un gesto a dir poco eclatante, che sbugiarda Infantino e tutto il suo seguito e che apre una breccia importante nel dibattito sui diritti civili in Qatar. Sul campo la Germania avrà anche fatto pietà, ma davanti a manifestazioni di coraggio come questa non c’è sconfitta che tenga. C’è solo da applaudire.