Gli ''anti-versi'' di Marco Tarantino alla XXI edizione de ''Il libro possibile''

Gli ''anti-versi'' di Marco Tarantino alla XXI edizione de ''Il libro possibile''

Presentata a Polignano a mare l'opera ''Mare di noi. Mediterraneee antipoesie'', edita da CosmopoPolis

 

Polignano a mare, Taranto, “Mare di noi. Mediterranee antipoesie’’.

Facile trovare, come in un banale gioco di associazioni logiche, il comune denominatore: il mare.

Ma declinato con sfumature differenti, per quanto il punto d’arrivo voglia essere lo stesso.

Polignano, capoluogo della provincia barese che ha fatto del suo rapporto con il mare un tratto identitario ben preciso, a cominciare dal nome, oltre che punto di forza (e di partenza) del suo sviluppo economico e culturale. Un legame assoluto: impossibile sciogliere Polignano dal suo mare.

Taranto, la città dei due mari, che nonostante questa denominazione è stata, invece, troppo a lungo identificata e riconosciuta a livello internazionale per le criticità che la affliggono, più che per i suoi punti di forza. La bella e sfortunata Taranto, che nel suo splendido mare vuole trovare, ora più che mai, il motivo del suo riscatto sociale ed economico, la pietra d’angolo su cui (ri)costruire un’identità così lontana nel tempo da sembrare nuova.

Un obiettivo, quest’ultimo, che si rispecchia proprio in quella “poetica del Mediterraneo” presente in “Mare di noi. Mediterranee antipoesie”, ma anche in altre opere di Marco Tarantino in cui, come afferma l’editore Vincenzo Carriero “il mare è l’elemento attorno a cui costruire una precisa identità cittadina e culturale”.

Perché il recupero della “mediterraneità” di Taranto non può prescindere da un’operazione di “carattere culturale” e ridursi al mero aspetto economico.

La partecipazione della casa editrice tarantina CosmoPolis alla XXI edizione de “Il libro possibile”, uno degli eventi più prestigiosi e noti del panorama culturale italiano e internazionale, è quindi un messaggio chiaro ed inequivocabile. Da inviare proprio nella cornice suggestiva e stimolante di Polignano, che del festival nato nel 2002 ha fatto un altro dei suoi tratti distintivi.

In risposta al giornalista Vito Princigallo, che ha moderato la presentazione dell’opera di Tarantino, l’editore Carriero afferma: “In Italia, per la cultura, gli enti locali spendono lo 0,5%: siamo uno dei Paesi europei che investe di meno in operazioni culturali. Eppure la nostra realtà ha bisogno, per superare i suoi limiti, di un nuovo umanesimo e di autori come Marco, abbiamo la necessità di investire in intelligenze anti, un prefisso che fa parte di tutte le operazioni culturali intraprese con Tarantino e che non ha un’accezione negativa, quando indica un’intelligenza critica”.

La Puglia, ha ricordato Princigallo citando Davide Grittani, è la regione che organizza più festival ma legge di meno: a tal proposito Carriero ritiene che l’abbassamento dell’offerta culturale italiana corrisponda all’abbassamento dell’offerta politica, costituendo un limite per la nostra realtà nazionale. “Operazioni interessanti si possono reperire al di fuori delle logiche della grande distribuzione, nelle realtà periferiche. Leggiamo chi ha qualcosa da dire e chi sa scrivere bene” conclude l’editore di CosmoPolis.

A proposito del panorama editoriale italiano Tarantino ha parlato di una “desolazione” derivante da un’inflazione di scrittori che producono e si auto-pubblicano, a scapito della qualità. “Si pubblica tanto, ma quanto si scrive davvero? Un segnale positivo – afferma l’autore - arriva dalla vittoria del martinese Desiati al premio Strega: l’importante è mettere al bando la mediocrità e il suo culto”.

E di mediocrità non c’è traccia negli anti-versi di Tarantino, che si cimenta per la prima volta con la poesia, senza abbandonare il suo anti-conformismo e l’amore per il mare.

Ma cosa rappresentano Taranto e il suo mare per l’autore? “Il mare è lo specchio in cui ritrovare il nostro vecchio io – risponde l’autore - in cui specchiare la nostra anima, fatta di centinaia di migliaia di frammenti, spesso frantumi”. A proposito delle sue radici Tarantino spiega: “Sono nato a Taranto, mi chiamo Tarantino e sono cresciuto nel quartiere Tamburi. Ma non sopporto la tarantinità sbandierata, su cui si specula. Taranto è dentro di me e la porto con me, ma con discrezione”.